Monica Scanu, DVM. S.I.A.V.
La forma di incontinenza più diffusa nel cane è causata dall’Incompetenza del Meccanismo dello Sfintere Uretrale (USMI) che compare prevalentemente in cagne adulte dopo l’ovariectomia o ovarioisterectomia. Da notare come la dicitura che si utilizza più spesso preveda il termine “meccanismo” anziché chiamarsi semplicemente Incompetenza dello Sfintere Uretrale, visto che nella cagna non esiste un vero e proprio sfintere del collo della Vescica e la continenza è mantenuta da un complesso meccanismo di fattori che interagiscono tra loro.
Il tono uretrale dipende infatti da una complessa interazione di componenti neuromuscolari, vascolari ed elasticità passiva e non è del tutto chiaro quale di questi sia deficitario nell’Incompetenza del Meccanismo Uretrale.
Nelle cagne sterilizzate c’è una minore espressione dei recettori di LH, FSH e COX-2 rispetto alle cagne intere oltre ad un’aumentata quantità di collagene e riduzione glucosamminoglicani nella parete delle basse vie urinarie che, insieme ad eventuali complicanze chirurgiche durante l’intervento, possono compromettere l’integrità funzionale e strutturale delle basse vie urinarie e causare incompetenza dello sfintere con incontinenza urinaria. (Pegram et al. 2019).
Possono verificarsi 2 condizioni: aumentata pressione vescicale con normale chiusura uretrale o insufficiente chiusura sfintere uretrale esterno con normale pressione vescicale (incompetenza dello sfintere). In genere entro 1 anno dalla sterilizzazione può ridursi in modo significativo la pressione di chiusura uretrale anche se a volte diventano incontinenti dopo anni.
Trattandosi di una patologia provocata da più di una causa , ci sono diversi elementi da tenere in
considerazione nella spiegazione del perché tale tipologia di incontinenza è più frequente nelle cagne sterilizzate, vediamo di seguito i fattori predisponenti.
FATTORI PREDISPONENTI
Ormoni. In seguito alla rimozione delle ovaie vi è un calo degli estrogeni e/o delle gonadotropine circolanti.
Normalmente la concentrazione di estrogeni aumenta l’affinità dei recettori α–adrenergici per i mediatorisimpatici contribuendo a mantenere il tono dello sfintere uretrale e la loro diminuzione può quindi essereassociata ad un minor tono di questo sfintere.
Tale ipotesi però viene contrastata dal fatto che non tutte le cagne incontinenti trattate con estrogeni riacquistano la continenza e dal fatto che nelle cagne in cui veniva indotta una atrofia ovarica con valori di estrogeni a livelli basali non vi era un aumento del rischio di incontinenza.
Si è anche ipotizzato che fosse coinvolta la concentrazione plasmatica di GnRH che, in seguito ad ovariectomia per la mancanza del feed-back negminando concativo delle ovaie, aumenta notevolmente deterentrazioni plasmatiche elevate sia di FSH che LH che potrebbero essere causa dell’aumento del rischio di incontinenza urinaria nelle cagne sterilizzate.
Sono ad oggi in atto studi che sembrerebbero dimostrare che il GnRH eserciti un effetto diretto sul tratto inferiore dell’apparato urinario portando alla continenza.
In sintesi: l’assenza degli estrogeni si associa ad assottigliamento dell’epitelio uretrale, calo della pressione uretrale, minor risposta allo stimolo adrenergico (simpatico), la pressione-soglia di svuotamento diventa più bassa e, infine, c’è una riduzione del flusso ematico locale (soprattutto a livello di uretra) con perdita del tono muscolare e riduzione delle fibre elastiche.
Posizione della vescica. Numerosi autori hanno riscontrato radiograficamente una vescica pelvica durante gli approfondimenti diagnostici negli animali incontinenti; attualmente ci sono buone evidenze che un collo vescicale intrapelvico contribuisca significativamente all’incontinenza urinaria a causa dell’Incompetenza del Meccanismo dello Sfintere.
Nel soggetto normale il corpo ed il collo della vescica urinaria si trovano completamente nell’ambito della cavità addominale. Ciò comporta che al termine della minzione la sinergia dei riflessi nervosi somatici ed autonomi ripristini il tono dello sfintere esterno vescicale ed a questo si somma la pressione estrinseca esercitata sul collo della vescica dai visceri e delle pareti addominali.
Ciò contribuisce a mantenere il tono dello sfintere stesso e consente alla vescica di riempirsi nuovamente senza permettere la fuoriuscita involontaria di urina.
Nei soggetti con “vescica pelvica”, invece, la pressione esercitata dalla muscolatura addominale e dai visceri contenuti nella cavità peritoneale si esercita sul corpo e non sul collo della vescica: ne risulta che nelle condizioni in cui viene a mancare il controllo volontario sullo sfintere esterno vescicale (es. durante il sonno) oppure quando il soggetto si trova in decubito ventrale o laterale, l’urina defluisce in maniera incontrollata.
Lunghezza dell’uretra. Esiste una considerevole variabilità nella lunghezza dell’uretra nelle cagne di taglie differenti. In ogni caso, tenendo conto della taglia, le cagne con Incompetenza del Meccanismo dello Sfintere Uretrale tendono ad avere uretre più corte di quelle delle cagne continenti. Taglia dell’animale. La taglia dell’animale sembrerebbe essere un fattore di rischio, visto che le razze con un peso superiore ai 20 kg risultano essere maggiormente colpite.
Obesità: Nonostante non sia una vera e propria causa della condizione patologica, l’obesità può peggiorare il grado di incontinenza e la perdita di peso può migliorare la situazione.
● TERAPIA MEDICA :
➔ SIMPATICOMIMETICI ,AGONISTI ALFA ADRENERGICI ( fenilpropanolamina )
➔ ESTROGENI
IL 50% della chiusura uretrale è a carico del sistema nervoso simpatico che agisce sui recettori alfa 1 presenti sulla muscolatura liscia uretrale, il 75 % delle cagne risponde alla fenilpropanolamina.
Gli estrogeni agiscono indirettamente , sensibilizzando i recettori alfa 1 ai mediatori prodotti dal sistema nervoso simpatico, se la terapia con la fenilpropanolamina è insoddisfacente, in associazione con gli estrogeni gli effetti possono essere potenziati.
● TERAPIA CHIRURGICA :
➔ Colpo sospensione
➔ Uretropessi
➔ Iniezione endoscopica di collagene
La terapia chirurgica è in genere candidata quando la terapia farmacologica non ha gli effetti desiderati,con una percentuale di successo stimata intorno al 50/75 %.
In tutte e tre le tecniche , con il passare del tempo, si è osservato un deterioramento della percentualedi risposta.
Questo tipo di disfunzione rappresenta spesso un’importante “sfida terapeutica”, associata in ambito veterinario anche ad una complessa gestione quotidiana degli animali che può arrivare a compromettere seriamente la relazione uomo-animale, rendendo in alcuni casi la convivenza domestica difficoltosa se non impossibile. Il fatto che le terapie farmacologiche consolidate non sempre riescano a produrre gli effetti desiderati ed in alcuni soggetti possano essere mal tollerate, apre una finestra di possibilità nell’utilizzo di tecniche terapeutiche che appartengono ad altre discipline in un’ottica di trattamento plurimodale efficace e senza effetti collaterali.
L’agopuntura è fattibile e documentata in questa patologia , in alternativa o complementare ai trattamenti farmacologici.
L’Agopuntura fa parte del corpus millenario della Medicina Classica Cinese prima e Tradizionale poi, è studiata ed utilizzata da millenni e recentemente gode di crescente popolarità in Occidente , sia per i risultati raggiunti sia per la verifica sperimentale a cui è stata sottoposta.
Consiste nell’inserzione di aghi in specifici agopunti, distribuiti sul corpo lungo linee chiamate Meridiani. I punti sulla superficie del corpo sono centinaia,le loro diverse combinazioni possono trattare una varietà di condizioni, esistono punti specifici standard per molte patologie, accoppiati ad altri punti la cui scelta è individuale.
L’Agopuntura stimola il sistema nervoso, influenzando la produzione di ormoni e neurotrasmettitori, sostanze che il corpo utilizza per comunicare, I risultanti cambiamenti biochimici attivano i sistemi omeostatici di autoregolazione del corpo, stimolando le sue innate naturali abilità reattive , sia a livello fisico che mentale.
I risultati ottenuti da lavori sperimentali hanno mostrato come l’agopuntura andrebbe ad attivare le vie segmentali e sovrasegmentali riflesse, attraverso la stimolazione delle fibre afferenti in corrispondenza dei diversi punti utilizzati oltre a indurre cambiamenti ormonali attraverso le vie ascendenti all’ipotalamo con attivazione riflessa delle fibre del sistema nervoso autonomo di Vescica. (Paik et al.2013). L’agopuntura aumenta i livelli di NGF a livello urinario (Aydogmus et al 2014, Vizzard et al. 2000), agisce sulla sintesi e rilascio di sostanza P, NOS e peptidi correlati con il gene della 4 calcitonina che regolano la vescica a livello periferico e, attraverso i punti Ba Liao, stimola le radici sacrali corrispondenti all’innervazione del muscolo detrusore e dello sfintere uretrale esterno (Chen et al.2018).
BIBLIOGRAFIA :
1-TESI SIAV : Dott Barbara Riva, USE OF ACUPUNCTURE IN BLADDER NEUROLOGICAL DYSFUNCTION OF DOGS AND CATS.2020/2021
2-TESI SIAV : : Usage of a standard protocol in acupuncture: treatment of bitches with USMI Dr. Elisa Graziani 2020/2021